Marinella Paderni - Laboratorio Italia
Una panoramica sulla fotografia contemporanea italiana
Johan & Levi ha da poco pubblicato il terzo volume di Laboratorio Italia, una collana di monitoraggio delle più recenti produzioni artistiche in ambito italiano. Curato da Marinella Paderni, l'ultima pubblicazione della serie getta uno sguardo sulla produzione di quarantasei artisti italiani che si cimentano - spesso in parallelo ad altri media - con la fotografia.
A Faenza abbiamo incontrato Marinella Paderni che ci descrive l'anomalia della produzione fotografica italiana, una produzione frammentata, una galassia che non si riconosce in una movimento, che a differenza di realtà estere, come la scuola di Dusseldorf tra tutte, non si raccoglie intorno a un canone riconoscibile e riconosciuto.
Franco Vaccari, Photomatic, XXXVI Biennale di Venezia, 1972.
Abbiamo parlato della storia della fotografia italiana nel XX secolo, dal pittorialismo dei gruppi amatoriali ai fotoreportage, dalle fotografie di paesaggio a quelle documentarie - spesso legate a atti performativi - fino alla legittimazione in ambito artistico, con Franco Vaccari, Luigi Ghirri e Giuseppe Penone, del medium fotografico come strumento di indagine e riflessione sul reale; artisti che - come scrive Rosalind Krauss - hanno saputo reinventare il mezzo e hanno intrapreso una ricerca simile, coerente e parallela a quella dei cugini americani e basti citare Dan Graham e Ed Rucha.
E rinnovare il mezzo, riuscire in tempi di obsolescenza della tecnica a reinventare il mediun - soprattutto oggi, quando la cultura visiva e la produzione di immagini sono specchio non solo dei ritmi accelerati del nostro tempo ma anche della frammentarietà e moltiplicazione delle fonti visive e di una sensibilità sempre più mediata, di un pensiero fotografico in altre parole - è uno dei criteri che hanno guidato la Paderni nella selezione dei quarantasei artisti italiani riuniti in Laboratorio Italia; non a caso due delle tendenze più evidenti della produzione artistica attuale è da una parte l'elaborazione di materiali di archivio, di una memoria per immagini, dall'altra un approccio poco ortodosso e votatao alla contaminazione di generi, supporti, formati, dispositivi installativi.
Marinella Paderni è critico d'arte contemporanea e curatore indipendente. Insegna Fenomenologia delle Arti Contemporanee presso l'Accademia di Belle Arti Carrara di Bergamo e ha curato diverse mostre sulla rappresentazione del paesaggio contemporaneo come antropologia dello sguardo [Alto Impatto Ambientale, 2003; Suburbia, 2004, Lo spazio del nulla, 2005). Attualmente collabora con Frieze.
La sigla di Speciale Faenza è stata ideata, composta e realizzata da Nicola Cavina e Rosa Maria Sarri.
La musica che accompagna l'intervista è Execute Autumn di ENV(Itre) e Eddy of leaves di Porcelain in the Backpack, entrambe scaricabili di zymogen.net.